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Andrea Costantini

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Sciabolata fredda dal Polo nord sul weekend

Pubblicato il 30 Aprile 2019

La vista delle montagne ancora ben innevate fino a quote attorno ai 1000m, in questo tardo pomeriggio del 30 aprile, ci mantiene vivo il ricordo dell’episodio straordinario che ha colpito le nostre zone, in termini pluvio-termometrici, tra domenica e lunedì mattina.

24-30 ore di nevicate abbondanti, inusitate a fine aprile, fino sotto gli 800m sulle Prealpi, con quantitativi prossimi a 80cm a 1500m  (come mostra il grafico più in basso, relativo alla stazione ARPAV di Casera Palantina), accompagnate da venti intensi e profilo termico da pieno inverno a tutte le quote: ecco in sintesi cosa abbiamo sperimentato nei giorni scorsi. Verrà realizzato un approfondimento nei prossimi giorni, anche perché è assai probabile che una nuova colata di aria fredda interessi le nostre regioni nel prossimo fine settimana, pertanto a valle dell’intero periodo sarà realizzato un riassunto dettagliato con immagini, dati e mappe rappresentative.

Guardiamo ora al futuro: si sta ormai definitivamente allontanando verso est la saccatura responsabile del maltempo, ma il quadro complessivo sull’Europa è ben lungi dall’essere stabile. Dopo molti mesi di temperature quasi incessantemente sopra la media, ecco un periodo caratterizzato da valori sotto la media, con ritorno di condizioni apparentemente “invernali” ma che in realtà sono tipiche dell’alternanza che “dovrebbe” caratterizzare la stagione di contrasti per eccellenza, ovvero la primavera. Ad alcuni non piacerà sentirselo dire, ma i rapidi sbalzi termici con repentine e vigorose irruzioni di aria fredda intervallate dalle prime ondate di caldo moderato sono tipici del nostro clima, o tali dovrebbero essere… La caduta di neve fino ai 1000m o inferiori avviene anche a inizio giugno (pensiamo agli episodi del 2001 e 2006), mentre in maggio è ancora più probabile, sebbene sia da rimarcare come la perturbazione appena conclusasi abbia apportato precipitazioni molto abbondanti che hanno avuto il risultato di andare ben oltre la tipica “spolverata” che dura poche ore.

Nelle due mappe seguenti, centrate sul mattino di domenica, vediamo la portata dell’irruzione di aria polare che, dopo un veloce spostamento dal polo nord verso l’Europa tra mercoledì e sabato (spinta da un anticiclone che, al contrario, prenderà possesso delle aree polari e favorirà eccezionali anomalie termiche positive) entrerà dalla valle del Rodano e dalla porta della Bora, con marcato calo termico e quota neve che potrebbe scendere nuovamente sotto i 1000m, specie sulla Venezia Giulia dove potrebbero aversi episodi nevosi anche a quote collinari.

Ad oggi sussistono ancora alcune incertezze in particolare per quanto concerne la reale portata delle precipitazioni (e la conseguente quota neve, spesso legata all’intensità dei fenomeni), ma la configurazione generale è ben delineata e si candida ad apportare un fine settimana che risulterà 6-8° o anche più sotto la media, con venti forti, e probabili nevicate in montagna specie sabato pomeriggio-sera. Suggerisco pertanto di consultare giornalmente i bollettini emessi nei prossimi giorni da Arpa Veneto (in particolare Dolomiti Meteo e le allerte del CFD regionale).

Questa mappa rappresenta la temperatura a 2m attesa per domenica mattina ore 7; sebbene i dettagli siano ancora da definire, la presenza di masse d’aria assai fredda si evince con facilità (sono attesi valori tra 6 e 8°C).

Infine, anche la temperatura alla stessa ora, ma in libera atmosfera a circa 1500m, denota valori prettamente invernali (tra -2 e -3°C), a testimoniare della forza dell’irruzione fredda che, se confermata, potrebbe portare a valori ancora più bassi di domenica scorsa.

In sintesi, ecco la previsione per i prossimi giorni (che, come già anticipato, dovrà essere via via aggiornata seguendo i bollettini emessi dalle fonti ufficiali).

Mercoledì 1° maggio (attendibilità 90%): giornata piuttosto soleggiata con nubi alte in transito al mattino e formazione di cumuli pomeridiani sui monti ma senza precipitazioni. Temperature in ulteriore lieve aumento specie nelle massime che saranno prossime ai 20°C

Giovedì 2 maggio (90%): dopo una mattinata ancora soleggiata, un flusso umido e più instabile si avvicinerà da nordovest, apportando una crescente probabilità di precipitazioni per rovesci dal tardo pomeriggio-sera, in formazione sui monti e possibile estensione verso le alte pianure entro notte. Temperature stazionarie su valori in media con il periodo.

Venerdì 3 maggio (90%): tempo moderatamente instabile con alternanza di passaggi nuvolosi e rovesci intermittenti, anche con occasionali temporali. Limite delle nevicate oltre i 2200/2400m stante la mitezza dell’aria. Temperature massime in lieve calo, minime stazionarie.

Sabato 4 maggio (70%): dal nord Europa si avvicinerà velocemente l’aria fredda che provocherà un progressivo e marcato peggioramento fin dalla mattinata, dapprima sulle Dolomiti, in estensione a tutto il territorio entro metà giornata. Nel pomeriggio è atteso l’ingresso dell’aria fredda dalla porta della Bora, con marcato calo termico e relativa quota neve, che potrebbe scendere nuovamente sotto i 1000m entro notte, specie sulle Dolomiti. Le precipitazioni tenderanno tuttavia ad esaurirsi con il passare delle ore, in quanto tenderà a prevalere l’aria via via più secca associata alla massa d’aria polare. Evoluzione da confermare nelle tempistiche esatte.

Domenica 5 maggio (60%): in nottata residue precipitazioni, ancora nevose fino a quote insolite specialmente se dovessero persistere anche al primo mattino (500-700m Prealpi, localmente meno sulle Dolomiti). A seguire miglioramento progressivo con aria secca e assai fredda a tutte le quote, con massime prossime a 8-10°C e netto calo termico serale con cielo sereno su lunedì, quando le minime potranno avvicinarsi a 2-4°C in pianura, con intense gelate nei settori innevati in montagna.

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