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Andrea Costantini

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Tendenza per l’estate 2023: il caldo sembra nettamente prevalere

Pubblicato il 25 Aprile 2023

Qualche modesta pioggia, fiocchi di neve sopra i 1500m e sensazione di fresco; la primavera è anche e soprattutto questo, ma spesso ormai ce ne dimentichiamo a fronte di marcate e persistenti anomalie positive che ci proiettano anticipatamente nella stagione estiva, sempre più precocemente.
E’ notizia di queste ore (https://www.aemet.es/documentos_d/enportada/20230424113244_p53tesp1.pdf) che un’ondata di calore eccezionale sta per colpire la Spagna, con temperature massime che potrebbero raggiungere i 40 gradi centigradi nella valle del Guadalquivir ma che in generale saranno di 10-15 gradi sopra la media storica. E noi cosa possiamo dire del futuro che ci aspetta? La domanda “come sarà l’estate” è sulla bocca di tutti, specie considerando la siccità imperante che ci attanaglia.

Addentriamoci allora nelle proiezioni, ricordando ancora una volta che non si tratta di modelli deterministici ma probabilistici.

Per le temperature, il modello utilizzato è C3S multi-system T2m 3-month (https://climate.copernicus.eu/charts/packages/c3s_seasonal/products/c3s_seasonal_spatial_mm_2mtm_3m?area=area01&base_time=202304010000&type=ensm&valid_time=202306010000) ed è uno dei moltissimi resi disponibili dal Copernicus Climate Change Service e mostra, in estrema sintesi, l’anomalia media di temperatura superficiale attesa, sul periodo di tre mesi da giugno ad agosto, rispetto al periodo di riferimento 1993-2016.


Si può notare come le aree continentali del centro Europa sono interessate dalla colorazione che indica anomalie tra 1 e 2 gradi, e si distinguono rispetto al rimanente territorio. Tale distribuzione delle maggiori anomalie è ben spiegabile con l’accumulo e la persistenza di aria calda nelle vaste pianure, inclusa la pianura padano-veneta che è candidata ad un’estate molto calda. Non c’è nulla di cui sorprendersi: le uniche, limitatissime aree dove è prevista un’anomalia di temperatura negativa sono quelle a nord dell’Islanda.

Cosa possiamo invece dire delle precipitazioni? Il medesimo modello (https://climate.copernicus.eu/charts/packages/c3s_seasonal/products/c3s_seasonal_spatial_mm_rain_3m?area=area01&base_time=202304010000&type=ensm&valid_time=202305010000) non indica specifiche anomalie e questa è una parziale buona notizia, specie considerando l’attuale grave siccità che affligge il versante sud delle Alpi, tuttavia non possiamo ragionevolmente attenderci un recupero estivo in tale situazione, pertanto sarebbe già molto che non vi fossero ulteriori aggravi generali e, dai dati ad oggi disponibili, possiamo trarre caute conclusioni.


In sintesi, “nulla di nuovo sotto il sole”; attendiamoci il predominio delle alte pressioni per gran parte della stagione, con ondate di calore frequenti e possibilità di passaggi instabili specie sulle Alpi, meno sulle pianure. Poco probabili e limitati nel tempo saranno eventuali azioni fredde dalle alte latitudini, per lo più confinate al nord delle Alpi ed alla media Europa.

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