Situazione: dopo la parentesi di maltempo ad inizio mese (breve, ma eccezionalmente intensa e distruttiva in molte zone), dicembre mostra un lato meteorologico in continuità rispetto alle settimane precedenti. Il flusso atlantico scorrerà in prevalenza a nord delle Alpi, con temporanee e modeste ondulazioni che favoriranno passaggi nuvolosi senza fenomeni. Le temperature, specie in quota, rimarranno sopra le medie mentre si rafforzerà l’inversione termica in pianura e nelle valli fino a sabato, dove si avranno condizioni di foschia e nebbia piuttosto diffuse.
Giovedì 17 (attendibilità 90%): nubi medio-alte in transito con cielo velato per buona parte della giornata. Temperature in calo di giorno e in quota, temporaneo aumento invece nelle minime per la presenza delle nubi.
Venerdì 18 (90%): residue velature nella notte, seguite da ampi rasserenamenti fino a cielo del tutto sgombro nel pomeriggio-sera, con rafforzamento dell’inversione termica e temperature in netto calo a bassa quota dopo il tramonto.
Sabato 19 (90%): le correnti ruoteranno da sud-ovest per l’avvicinamento di una modesta perturbazione atlantica; nubi in aumento nel corso della giornata, dapprima alte e sottili ed a seguire anche medio-basse. Minime stazionarie e massime in diminuzione in pianura, in generale calo in quota.
Domenica 20 (80%): cielo tra parzialmente nuvoloso e nuvoloso, con isolate e debolissime precipitazioni (probabilità 20%). Possibili schiarite in apertura dal pomeriggio-sera. Temperature miti a tutte le quote.
Tendenza
Persistono correnti mediamente a ovest sul centro Europa e le Alpi, con rapidi passaggi nuvolosi (in genere non associati a fenomeni sul versante sud-alpino) e fasi più soleggiate. Sebbene con le dovute accortezze, è interessante osservare che tale circolazione sembra mantenersi anche per il periodo natalizio, con completa assenza di qualsiasi figura tipica dell’inverno forse anche fino a fine anno. Tali linee di massima andranno ovviamente verificate con i prossimi aggiornamenti.
Curiosità della settimana
Nei giorni dal 4 al 10 dicembre, ed in particolare fino al 6, sono state rilevate precipitazioni di assoluta eccezionalità per il periodo invernale ma anche in chiave annuale, in quanto svariate stazioni montuose hanno superato i 500-600mm, con quota neve che ha superato le cime prealpine ed è rimasta più bassa sulle Dolomiti, apportando inusitati spessori in poche ore. Episodi come questo sono in aumento e fanno parte della progressiva tendenza al riscaldamento atmosferico e marino, sorgenti di calore che si trasforma in precipitazioni e venti sempre più forti e potenzialmente distruttivi. Il dettaglio dei dati e delle analisi è disponibile sul sito della Regione Veneto – Protezione Civile all’indirizzo https://www.regione.veneto.it/web/protezione-civile/dettaglio-news?articleId=10089002
Riporto solo alcuni passaggi “chiave” che invitano a profonda riflessione:
Le zone più colpite dalle precipitazioni più importanti sono state il Bellunese con l’Alpago Cansiglio, il Feltrino, il basso Agordino (Gosaldo e Col di Prà) e la zona di Longarone Basso Zoldano dove si sono raggiunti quantitativi paragonabili agli eventi alluvionali più estremi registrati negli ultimi decenni, compreso quello del novembre 1966.
Per i valori registrati in 2 giorni consecutivi (5-6 dicembre 2020), l’Alpago si colloca al 2° posto assoluto dopo l’alluvione del novembre 1966 con 554 mm, Seren del Grappa e Cansiglio-Tramedere con precipitazioni di poco superiori ai 500 mm hanno superato i valori della tempesta VAIA (490-500 mm circa). 6. Per la durata di tre giorni invece, con circa 615-620 mm Seren del Grappa e Malga Col Indes (Tambre) si collocano al 3° e 4 ° posto assoluto, subito sotto i dati relativi alla tempesta VAIA dell’ottobre (665-630 mm) e al di sopra dei dati dell’alluvione del 1966 (570 mm a Seren del Grappa).
Di eccezionale rilevanza è stata la piena del torrente Meschio; infatti per le stazioni idrometriche di Cordignano e Ponte della Muda si sono raggiunti e superati i livelli di massima piena registrati fino al corrente anno.