Esattamente un anno fa, proprio in questi istanti, andava consumandosi l’evento meteorologico noto con il nome di “tempesta Vaia” (nome dato alla depressione dall’Istituto di Meteorologia della Freie Universität di Berlino su richiesta del Sig. Ioannis Skouras che voleva fare un regalo originale alla sorella per Natale, senza poter immaginare che quel nome sarebbe stato casualmente associato, qualche mese dopo, ad una fenomenologia devastante).
L’evento eccezionale provocò danni elevatissimi su molte zone d’Italia ma colpì particolarmente le aree montane di Veneto e Trentino, con enormi schianti di boschi, alluvionamento dei fondovalle, colate detritiche e piene torrentizie.
Cosa avvenne in quei momenti negli organi decisionali? Come vennero operate scelte delicatissime e complesse? Quale il ruolo del meteorologo in tali circostanze?
Ce lo illustra l’interessante intervista al Dr Thierry Robert-Luciani – Ufficio Meteorologia Alpina e Climatologia – ARPAV (Centro Valanghe di Arabba) realizzata qualche giorno fa da L’Amico del Popolo sulla gestione dell’emergenza, la centralità del ruolo del previsore e la criticità delle decisioni in quelle ore di massima allerta.