“La sera del 25 gennaio 1938 fu molto particolare. Era una sera fredda, piena di stelle, ma anche con nuvole strane verso nord, tirate da un vento alto da est a ovest. Dopo le otto l’orizzonte sopra le montagne a nord incominciò a tingersi di rosso, di un rosso cupo. In un primo tempo si pensò a un gigantesco incendio di boschi. Ma d’inverno? Con la neve? E perché senza fumo? Il rosso diventava sempre più violento e si alzava via via a occupare il cielo. […] I vecchi lo ritennero un brutto segnale, un avvertimento: quel rosso nel cielo per loro significava sangue, guerra. Il giorno dopo i giornali riportarono la notizia spiegando che si trattava di una aurora boreale, e che un fenomeno così, alle nostre latitudini, era rarissimo pure nel corso dei secoli. Una spiegazione che non convinse tutti: in Spagna la guerra civile causava morti e distruzioni infinite e questo era un segnale mandato dal Cielo: uomini siete ancora in tempo. Fermatevi!”
Mario Rigoni Stern
da Le Stagioni di Giacomo
1938, quasi 100 anni fa; ma cosa è accaduto la notte scorsa? In corrispondenza di alcune fasi di alta intensità solare, l’aurora boreale è stata osservata anche sul versante sud delle Alpi, evento non certo frequente e che tuttavia ha una certa periodicità (alcuni casi per secolo).
I colori tipici di questo fenomeno dipendono dall’interazione tra il vento solare e l’atmosfera. Quando le particelle cariche provenienti dal Sole colpiscono le molecole presenti nell’aria le eccitano; nel momento in cui queste non sono più eccitate, iniziano ad emettere luce il cui colore varia a seconda della loro natura chimica: verde per l’ossigeno molecolare, rosso per l’ossigeno atomico e blu per l’azoto.
L’evento è stato catturato dalle splendide webcam Reflex ad alta risoluzione attive in molti siti panoramici dell’Alto Adige e visibile a questo indirizzo: https://www.salto.bz/de/article/25092023/laurora-boreale-nei-cieli-del-sudtirolo ma grazie alla webcam di Casera Le Rotte, puntata verso nord e al di sopra dello strato di umidità e nebbie del Pian Cansiglio, anche nel nostro piccolo abbiamo potuto osservare il fenomeno, che si è sviluppato in due successive fasi (la prima attorno all’1, la seconda verso le 4).