Situazione: fino a venerdì prevarranno condizioni di tempo stabile grazie alla presenza dell’alta pressione in quota che poi cederà il passo alle grandi depressioni stagionali oceaniche con un lento peggioramento a partire da ovest, più manifesto e concreto da domenica e ad inizio settimana. Le temperature, inizialmente ancora ben sopra le medie specie in quota, tenderanno a scendere fino a portarsi su valori normali per il periodo.
Giovedì 28 e venerdì 29 (attendibilità 90%): bel tempo autunnale con temperature fresche al mattino e assai miti al pomeriggio, specie in pianura e nei settori ben assolati. Inversione termica notturna. In alta quota temperature molto miti con zero termico oltre i 3000m
Sabato 30 (90%): tempo ancora stabile ed in prevalenza soleggiato anche se vi sarà un lento arrivo di nubi alte e sottili da ovest nel pomeriggio-sera. Temperature in progressivo calo in quota e riduzione dell’inversione termica.
Domenica 31 (70%): il rinforzo delle correnti da libeccio ed il calo della pressione porteranno crescente nuvolosità che entro sera apporterà deboli e intermittenti precipitazioni, in un contesto grigio, mite ed umido.
Tendenza
Tra lunedì e giovedì sembrano transitare almeno due fronti perturbati da sud-ovest; il primo sarà più modesto mentre il secondo, verso metà settimana, potrebbe avere maggior intensità ed essere accompagnato da un calo termico con quota neve in discesa fino a 1500-1800m specie sulle Dolomiti. E’ però necessario aggiornarsi sulla previsione nei prossimi giorni.
Curiosità della settimana
Ottobre si chiude con precipitazioni cumulate assai scarse e relegate all’unico episodio di inizio mese; in quota sulle Dolomiti la neve è presente solo sui versanti settentrionali ed oltre i 2800-2900m, all’ombra e in maniera discontinua e le temperature mensili sono risultate ancora una volta ben sopra la media storica. Andamenti come questo sono ormai divenuti frequenti, tanto che l’approssimarsi della tradizionale “estate di S. Martino” sembra ormai perdere la “validità” che la caratterizzava fino a 25-30 anni fa: come dice il nome stesso, il verificarsi di alcune giornate “nuovamente più miti” attorno all’8-10 novembre veniva notato e apprezzato dopo che ad ottobre i primi rigori invernali erano già stati registrati (frequenti le gelate anche in pianura dalla seconda decade del mese). Pur senza associare queste tradizioni al rigore scientifico che invece caratterizza l’analisi del cambio climatico, è rilevante osservare che anche in questo contesto è presente un “segnale” di fondo che è concorde all’andamento globale indicatoci dalla scienza stessa.