In queste ore continuano a rincorrersi notizie che vorrebbero la sommersione completa della pianura padana sotto uno spesso manto di neve, frutto dell’arrivo di fantomatici uragani alimentati da storiche irruzioni di gelo siberiano, meglio noto come “Burian”.
Dissociandomi in tutto e per tutto da tali devianze comunicative, da anni denunciate con forza a più riprese ma ancora potenti e pervasive, cerco di focalizzare l’attenzione sulla spettacolare dinamica che interverrà, dal punto di vista meteorologico, tra 24-36 ore.
Prima di tutto la neve in pianura: l’aria artico-marittima, piuttosto umida a tutte le quote a differenza di quella continentale (molto secca), favorirà nubi e precipitazioni su buona parte d’Italia, entrerà sul Golfo Ligure tra martedì e mercoledì, permettendo alle correnti di ruotare a sud-ovest in quota anche sulle nostre regioni, mentre nei bassi strati si intensificheranno i venti di Bora. Tale configurazione durerà solo poche ore e ad essa dovremo appellarci per confidare in qualche fenomeno nevoso anche in pianura, prima che tutta la circolazione depressionaria corra veloce verso il Sud Italia, garantendoci un netto miglioramento già giovedì.
In queste due mappe con scala a colori, frutto di due diversi modelli matematici di previsione delle precipitazioni, vediamo che sono attese deboli o debolissimi fenomeni nella prima parte di mercoledì, con previsione di neve fino in pianura, più diffusa verso il Friuli Venezia Giulia e le basse pianure. Tale evoluzione sembra ormai confermata, e potrà portare 6-8cm di neve sopra i 250-300m di quota (per effetto di temperature sotto lo zero) e una spolverata in pianura, con alcune zone che probabilmente resteranno senza accumulo (in particolare la pedemontana trevigiana, come sempre sottovento ai flussi orientali nei bassi strati) ed altre (specie basso trevigiano e veneziano) con qualche centimetro da mettere in conto entro mercoledì pomeriggio.
A livello europeo spicca senz’altro la spettacolare formazione di bassa pressione che, per le ore 14 italiane di giovedì, interesserà con un minimo sotto gli 980hPa l’intera Penisola, associato a venti molto forte, mareggiate e abbondanti precipitazioni su molte zone del centro-sud; al nord la situazione sarà già in miglioramento con ingresso di venti nord-orientali più secchi e moderatamente freddi.
Per concludere, un cenno all’aspetto termometrico; a smentire categoricamente gli annunci inerenti ondate di gelo ci pensa questo confronto tra le temperature a circa 1500m nella serata di lunedì 21 e di giovedì 24: la massa d’aria rimarrà similare, senza notevoli variazioni, a testimoniare che non arriverà il vento dall’est o dalla Siberia come vorrebbero farci credere. Sarà un clima invernale con valori consoni a fine gennaio, nulla di più.
In sintesi, ecco il tempo per i prossimi giorni:
Martedì 22 (attendibilità 90%): cielo parzialmente nuvoloso con nubi in intensificazione in serata, quando da sud-est si avvicineranno debolissime precipitazioni, con qualche episodio di pioggia mista a neve in pianura entro la mezzanotte. Temperature stazionarie.
Mercoledì 23 (80%): fin dalla notte cielo nuvoloso con deboli ed intermittenti precipitazioni, prevalentemente nevose fino in pianura. Probabile fascia di maggior intensità e diffusione in tarda mattinata, con successivo esaurimento dei fenomeni entro metà pomeriggio. Saranno ancora possibili isolate e brevi cadute di neve o pioggia mista a neve fino alla tarda serata, quando la rotazione dei venti a nord-est determinerà l’inizio del miglioramento. Accumuli molto variabili, da assenti su alcune zone (pedemontana trevigiana) a massimo di qualche centimetro in collina e in alcune zone della pianura meridionale. Temperature massime in calo, prossime allo zero, con scarsa escursione termica diurna.
Giovedì 24 (80%): graduale miglioramento con ingresso di ventilazione settentrionale ed apertura di ampie schiarite fino a cielo poco nuvoloso entro il pomeriggio. Temperature massime in rialzo grazie al soleggiamento, ma appena dopo il tramonto si avrà un netto calo specie se alcune zone manterranno parte dell’innevamento al suolo.
Venerdì 25 (80%): tempo soleggiato, freddo e limpido con temperature minime in calo e picco della fase fredda a tutte le quote. In giornata lieve mitigazione specie in quota, con afflusso di aria da nord-ovest; nelle valli e in pianura formazione di inversione termica con netto caldo termico dopo il tramonto, associato a banchi di nebbia durante la notte.
Sabato 26 (70%): cielo sereno o poco nuvoloso per gran parte del giorno; dal pomeriggio/sera aumento delle nubi alte e sottili per l’avvicinamento di un corpo nuvoloso da nordovest che porterà cielo velato nella notte su domenica, associato ad un rialzo termico per minor irraggiamento notturno.
Domenica 27 (60%): evoluzione incerta; dal nord-atlantico torneranno a fluire intense correnti di aria umida e piuttosto fredda con formazione di basse pressioni in spostamento verso il centro Europa. La traiettoria e la presenza delle Alpi, così come nelle settimane scorse, dovrebbero impedire peggioramenti sostanziosi, con nuvolosità medio-alta ma assenza di precipitazioni, in un contesto termometrico allineato alle medie stagionali.
Tendenza
La rinnovata spinta del flusso artico, in discesa da nord-ovest, potrebbe portare ad una situazione simile alle settimane precedenti, caratterizzate da abbondanti nevicate sui versanti esteri delle Alpi e assenza di fenomeni sul nostro territorio. L’auspicata variazione a grande scala, intravista a metà gennaio, non sembra ancora verificarsi.
Curiosità della settimana
L’estrema difficoltà di stimare al meglio la probabilità di accadimento di una nevicata in pianura, specialmente sul nostro territorio, pone il meteorologo di fronte a una “sfida” molto interessante e stimolante, che si rinnova ogni volta a causa dell’estrema complessità che caratterizza il sistema atmosferico. Poiché non esistono schemi ripetibili e certi ed allo stesso tempo rassicuranti nei loro risultati, ogni evento fa storia a sé stante, rendendo l’interpretazione dei modelli matematici e l’elaborazione per l’utente una appassionante e coinvolgente ricerca dello “scenario più probabile”, che non sarà mai la risposta alla domanda “ma nevica domani tra le 15 e le 15.30 a Sacile”?