In queste ore una temporanea fase di tempo fresco ed instabile sta interessando le nostre regioni, con rovesci e temporali ed un calo termico che riporta qualche breve nevicata sopra i 2400-2600m sulle Dolomiti; tale configurazione lascerà presto spazio ad una nuova e ben diversa circolazione atmosferica che inizierà a far sentire i propri effetti da mercoledì, ma ancor più verso il prossimo fine settimana.
Questa mappa di temperatura all’altezza geopotenziale di 850hPa (circa 1500m di quota) per sabato prossimo mostra bene i valori fin verso i +20°C che arriveranno in prossimità della Pianura Padana e le Alpi (circa 8-10°C sopra le medie di lungo periodo).
I movimenti di masse d’aria a livello europeo e del vicino Atlantico vedranno infatti lo “sprofondamento” di una depressione a carattere freddo ad ovest della Spagna che, rimanendo quasi ferma per diversi giorni, favorirà un persistente richiamo di aria sempre più calda sul Mediterraneo centro-occidentale che si estenderà poi anche verso le Alpi da giovedì, includendo successivamente il centro-est Europa con il passare dei giorni.
La robusta e continua risalita di aria molto calda di estrazione sahariana e l’irraggiamento solare ormai giunto quasi ai massimi annuali favoriranno una condizione di marcata anomalia di temperatura, con valori massimi che saliranno fin sopra i 34-35°C ma localmente potrebbero superare tali “soglie” (si tratta di valori 6-8°C sopra le medie degli anni 1960-1990); ad accompagnare il gran caldo ci sarà anche un netto aumento dell’umidità relativa, che porterà quindi a condizioni globali di forte afa e disagio crescente, specie considerando che le minime notturne saranno sempre superiori a +20°C, limitando il refrigerio anche nelle ore buie.
Continueranno a mancare dunque anche le precipitazioni, ad esclusione di limitate zone di montagna soggette a temporali di calore anche molto forti, e alla siccità si aggiungerà ora anche la forte evapotraspirazione dei suoli che li priverà di ulteriore contenuto idrico (già carente dopo tutti i mesi di carenza di piogge).
L’andamento del mese di maggio (con esclusione della prima decade) ha contribuito all’ulteriore precoce e rapida fusione del già scarsissimo manto nevoso stagionale in montagna, che esporrà inevitabilmente i ghiacciai malamente superstiti a trent’anni di intensa deglaciazione ad ulteriori, pesanti riduzioni di volume e spessore (con rilascio di preziosissima acqua immagazzinata sotto forma di ghiaccio pluri-decennale); a tal proposito si rimanda all’articolo del Dott. Renato Colucci del CNR nonchè membro della Società Meteorologica Alpino-Adriatica con focus sulle Alpi Giulie (estendibile, pur con qualche differenza, all’intero arco Alpino): https://www.aametsoc.org/post/alpi-giulie-maggio-travestito-da-luglio-fa-scomparire-la-neve
Questo andamento che caratterizzerà probabilmente almeno la prima decade del mese di giugno si pone in totale continuità con l’andamento dei mesi scorsi (tranne locali e temporanee eccezioni), e si inserisce perfettamente nelle proiezioni climatiche stagionali emesse nelle scorse settimane e riportate anche dall’articolo di approfondimento di Luca Lombroso (tecnico meteorologo WMO 1083): https://www.ilmeteo.net/notizie/previsioni/meteo-italia-modelli-confermano-estate-molto-calda-caldo-torrido.html. In particolare, già a inizio maggio emergeva la considerazione che “La probabilità che l’estate ecceda le temperature medie climatiche è molto elevata, 80-90% al sud e 90-100% al nord e al centro” e tale tendenza, supportata dalle analisi del modello europeo ECMWF, sembra trovare via via conferma negli scenari previsti già nei prossimi giorni.