Tra maggio e luglio sono state installate a Vittorio Veneto due centraline amatoriali di rilevamento qualità dell’aria, facenti parte della rete internazionale LUFTDATEN, ed una terza è attualmente in prova tecnica presso l’Osservatorio Astronomico di Piadera, grazie alla collaborazione con l’Associazione Astrofili Vittoriesi (http://meteoravanel.it/news/osservatorio-astronomico-di-piadera-nuova-webcam-e-stazione-meteo/) e sarà resa operativa presumibilmente entro l’inverno.
I primi mesi di rilevamento hanno già mostrato alcuni elementi molto interessanti che, seppur sempre di natura quantitativa, permettono di indentificare le variazioni dei parametri misurati, anche eseguendo dei confronti in tempo reale a fronte di eventi significativi.
Nel mese di ottobre, ed in particolare nella notte tra sabato 10 e domenica 11, un vigoroso fronte freddo di origine nord-atlantica ha varcato le Alpi, apportando un significativo e repentino peggioramento (in poche ore sono caduti sulla pedemontana trevigiana fino a 60-80mm di pioggia, con totali giornalieri diffusamente superiori a 100mm e quota neve in calo fin sotto i 1500m).
Grafico della stazione meteo di Vittorio Veneto – frazione Forcal, relativo alla pluviometria dell’11 ottobre; evidente l’inizio delle precipitazioni poco prima delle ore 3). Dati completi su https://www.wunderground.com/dashboard/pws/IVENETOV25
Tale rapido e netto afflusso e le intense precipitazioni hanno causato un immediato calo dei valori di PM2.5 e PM10 presso le centraline, come risulta dai due grafici seguenti (linee di colore arancione e verde, rispettivamente Via Sabotino e Via San Antonio); la pioggia ed il vento hanno quindi un effetto di dilavamento molto efficiente rispetto al particolato atmosferico, confermando la letteratura scientifica sull’argomento (si veda ad esempio https://www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/p/pm10-particolato-atmosferico-o-polveri-sottili).
Dati stazione Via Sabotino
Dati stazione Via S. Antonio
Si notino, per confronto, i dati della stazione Arpav di Conegliano (nel grafico vengono mostrati i dati medi giornalieri). E’ evidente che il “segnale” misurato dalle centraline amatoriali è del tutto confermato dai dati ufficiali (che, si ribadisce, rimangono gli unici di riferimento).
Nell’episodio in esame è stato interessante osservare non solo la rapida riduzione delle concentrazioni in concomitanza con l’inizio dei fenomeni (rilevabile attorno alle ore 3), ma anche il graduale aumento che aveva caratterizzato le ore precedenti l’evento; sebbene con qualche differenza, tra le due stazioni si nota l’accordo delle misure con valori che, poco prima del maltempo, erano risaliti fino a punte anche oltre i 50 μg/m3 (superando le soglie standard di riferimento). Tale andamento ha tratto origine dall’aria umida e di estrazione sub-tropicale che è affluita nella fase pre-frontale, richiamata proprio dal fronte freddo in arrivo da ovest, carica di particelle includenti anche, con buona probabilità, sospensioni di origine sahariana (polvere). L’impronta antropica (emissioni dirette ed indirette) non ha quindi avuto, in questo contesto, praticamente alcuna rilevanza; si ricorda infatti che le polveri sottili sono presenti naturalmente nell’aria, con concentrazioni variabili in funzione del contesto geografico e ambientale.
Sarà interessante osservare gli andamenti delle polveri sottili nelle settimane e mesi futuri, dove l‘apporto delle emissioni umane, quando combinate a condizioni meteorologiche favorevoli (alta pressione, assenza di ventilazione e piogge etc.), assumono assoluta rilevanza e possono comportare la creazione di un mix d’aria inquinata che è stato ormai ben identificato come agente chiave di centinaia di migliaia di morti premature ogni anno.