Temporali, grandinate, raffiche di vento e accumuli di pioggia ingenti in poche decine di minuti; il cambio di circolazione atmosferica ad opera di correnti umide e più fresche di estrazione atlantica sta determinando una reazione vivace e robusta dell’atmosfera che ancora conserva parte del potenziale calore accumulato nelle settimane scorse.
In particolare, grandinate distruttive si sono registrate sabato scorso, in alcune limitate zone del trevigiano, nel corso di temporali auto-rigeneranti che hanno insistito per quasi due ore su una direttrice WNW-ESE prima di allontanarsi verso il Friuli.
In questa immagine del radar Arpa Veneto notiamo, a colori, la scala di riflettività che, seppur in maniera indiretta, rappresenta un’ottima stima dell’intensità di precipitazione in atto; si notino alcune ridotte aree a fondoscala (viola), associate a caduta di grandine.
E’ il contrappasso da aspettarsi dopo settimane di caldo anomalo ed umido, vera sorgente di energia per sistemi atmosferici anche estremi.
Osserviamo dunque il transito di impulsi di aria umida e via via più fresca che hanno avuto il merito di interrompere la lunga serie di giornate con caldo estremo quantomeno sulle nostre regioni; vale la pena di citare, a tal proposito, un intervento del Dott. Andrea Corigliano (fisico dell’atmosfera, divulgatore scientifico e meteorologo certificato WMO1083) che ha riassunto e spiegato così le anomalie registrate a livello globale (di cui sotto riportiamo un’immagine riassuntiva).
Secondo il Copernicus Climate Change Service (C3S), a SCALA GLOBALE quest’anno il mese di giugno è stato il più caldo da quando si registrano i dati. L’anomalia di temperatura rispetto alla climatologia del trentennio 1981-2010 è stata di +0.54 °C: questo valore supera così i precedenti record che appartenevano al giugno 2016 (+0.44 °C) e al giugno 2018 (+0.40 °C). In soldoni, questo significa che i tre mesi di giugno più caldi da quando si registrano i dati si sono verificati negli ultimi quattro anni: nel 2019 (il più caldo), nel 2016 (il secondo più caldo) e nel 2018 (il terzo più caldo). Anche in Europa giugno 2019 è stato il più caldo mai registrato da quando si registrano i dati, con un’anomalia di temperatura, calcolata sempre rispetto alla climatologia del trentennio 1981-2000 che è stata pari a +2.34 °C: si tratta di un valore davvero eccezionale perché supera addirittura di circa 1 °C il precedente record del mese di giugno più caldo che apparteneva al 1999.
Il flusso mediamente occidentale interesserà tutta la settimana corrente, con tendenza a divenire più nord-occidentale tra venerdì e sabato quando potrebbe transitare un fronte freddo più significativo, associato ad un calo termico specie in quota; le precipitazioni risulteranno piuttosto frequenti ed a prevalente carattere temporalesco, con minore probabilità di verificarsi al mattino e fino a metà pomeriggio. Le giornate più stabili risulteranno mercoledì e giovedì quando una minor curvatura ciclonica e la presenza di aria più secca favoriranno tempo migliore e temperature in media con il periodo.
In sintesi, ecco il tempo dei prossimi giorni:
Martedì 9 luglio (attendibilità 90%): dopo le residue piogge notturne avremo un miglioramento fino a metà giornata; a seguire, l’avvicinamento del fronte freddo a nord delle Alpi esalterà la nuvolosità che darà luogo a rovesci e temporali anche intensi, associati ad un calo termico percepito specie in serata/notte quando il maltempo si allontanerà verso sud.
Mercoledì 10 (90%): ultime nubi al primo mattino e successiva modesta cumulogenesi pomeridiana con bassa probabilità di qualche breve ed isolato rovescio sulle Dolomiti, in esaurimento entro sera. Clima piacevole con soleggiamento generoso in pianura e valori massimi tra 25 e 29°C
Giovedì 11 (90%): altra giornata in prevalenza stabile con qualche acquazzone pomeridiano non escluso, ma in genere di poco conto e circoscritto nel tempo e nello spazio. Temperature stazionarie.
Venerdì 12 (80%): il flusso in quota, sempre nord-occidentale, tenderà a trasportare veloci correnti che daranno luogo ad un nuovo aumento dell’instabilità con fenomeni in sviluppo nel pomeriggio-sera a partire dalle zone montuose in estensione verso le pianure nella notte. Temperature in lieve rialzo.
Sabato 13 (70%): probabile approfondimento in quota di una saccatura di estrazione nord-atlantica con nuvolosità diffusa e fenomeni probabili, seppur ad intervalli, durante tutto l’arco della giornata. Temperature fresche per il periodo con massime in pianura non superiori a 24-25°C.
Domenica 14 (60%): evoluzione incerta; tenderanno a prevalere condizioni globalmente depressionarie con instabilità e precipitazioni molto probabili, in un contesto di temperature 3-5°C sotto la media.
Tendenza
A lungo termine sembra rafforzarsi, in Atlantico, un promontorio di alta pressione; tale “slancio” favorirà la discesa sul centro-est Europa, di correnti fresche ed instabili che potrebbero caratterizzare il tempo anche nei primi giorni della prossima settimana.